Progetto EuroExa, dal Horizon 2020 nasce la rete europea del supercalcolo

foto da Hpcwire.com

La tecnologia, specie negli ultimi anni, è sempre di più penetrata in tanti settori economici a livello globale, dalla pubblica amministrazione, attraverso la progressiva digitalizzazione dei servizi, alla distribuzione commerciale attraverso il boom delle vendite via web, e fino ad arrivare pure all’intrattenimento offerto ad esempio dai videogiochi e dai casino online aams. Per l’evoluzione tecnologica, pur tuttavia, ci sono ancora ampi margini di espansione e di miglioramento delle prestazioni, e questo non può che passare attraverso delle infrastrutture di calcolo che siano sempre più potenti ed anche sempre più veloci.

Non sorprende di conseguenza, nell’ambito del programma di ricerca Horizon 2020, il lancio del progetto che, denominato EuroExa, mira a creare nell’arco dei prossimi cinque anni una vera e propria rete europea del supercalcolo grazie anche ad un finanziamento da 20 milioni di euro. Nel progetto EuroExa sono ben 16 le istituzioni europee coinvolte, e tra queste per l’Italia l’Inaf e l’Infn, ovverosia rispettivamente l’Istituto nazionale di astrofisica e l’Istituto nazionale di fisica nucleare.

Il progetto è ufficialmente partito con l’incontro che tra le sedici istituzioni europee c’è stato al Supercomputer Centre di Barcellona con l’obiettivo di far assumere in breve tempo all’Europa un ruolo chiave a livello globale nel campo delle tecnologie che sono collegate e correlate al supercalcolo. Si tratta in pratica di esprimere delle potenze di calcolo a 18 zeri tali da competere a livello mondiale con i principali fornitori di sistemi di supercalcolo che attualmente sono quelli americani ed asiatici.

EuroExa, non a caso, fa seguito ad una dichiarazione congiunta dei ministri di nove Paesi dell’Ue che hanno trovato l’intesa proprio sul sostegno al cosiddetto Hpc, ovverosia all’High Performance Computing. Tra i Paesi che hanno firmato la dichiarazione congiunta c’è pure l’italia insieme a Germania, Francia, Spagna, Lussemburgo, Slovenia, Olanda, Belgio e Portogallo.

A regime l’Europa potrà così far leva su un laboratorio numerico d’eccellenza grazie ad una piattaforma di supercomputing in grado di affrontare le sfide del futuro in tanti ambiti della ricerca scientifica, dalla biologia all’astrofisica, e passando per la climatologia, per la medicina, per l’energia, per la bioinformatica, per le scienze della vita e per la fisica di base. L’obiettivo, su tecnologia 100% europea, sarà infatti quello di mettere a disposizione non solo delle comunità scientifiche, ma anche dell’industria e del settore pubblico una piattaforma integrata di calcolo ad altissime prestazioni.

Oltre alle due istituzioni italiane sopra citate, fanno parte del progetto EuroExa, tra gli altri, anche ZeroPoint Technologies per la Svezia, Fraunhofer per la Germania, l’University of Manchester e Arm per il Regno Unito, Neurasmus per l’Olanda, Synelixis Solutions Ltd e Maxeler Technologies per la Grecia, Bsc per la Spagna ed Imec per il Belgio.